Le donne che si sentono attrarre dal Signore a servire gli ammalati per amore di Gesù Cristo, e desiderano fare un'esperienza vocazionale tra le Suore Infermiere dell'Addolorata, possono scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: noviziato @ valduce.it (scrivere l'indirizzo tutto attaccato, senza spazi).

mercoledì 10 dicembre 2014

La spiritulità

La vita cristiana è incentrata sull’Eucaristia, la Parola di Dio i sacramenti. 

La Beata Giovannina ha sempre vissuto in profondità la vita del buon cristiano mettendosi a disposizione nella chiesa secondo le proprie capacità. 

Era catechista nella chiesa di San Provino, era fra le figlie di Maria, con la sua famiglia collaborava alla realizzazione di paramenti per la chiesa.

Questa esistenza cristiana mano a mano che passava il tempo e la sua fedeltà  prendeva corpo, imprimeva nella sua anima, in maniera sempre più profonda, l’appartenenza a Cristo delineando una personalità cristiana  particolare.

Il Crocifisso che si era educata a contemplare a lungo sia nel simbolo della croce ma soprattutto nei corpi sofferenti dei fratelli dicendo alle sua figlie,. . . sono immagine viva di Cristo Crocifisso. L’Eucaristia che adorava e riceveva come sostegno, vita, anima della sua anima con tanto amore,affermava di poterla toccare nei corpi dei fratelli che curava. La Vergine Addolorata che era il suo modello,  la Madre sempre presente nella sua vita di ogni giorno, da Essa voleva apprendere il segreto di stare accanto ai sofferenti, ai moribondi con lo stesso amore con cui Lei era presso la croce del Figlio.

sabato 15 novembre 2014

Pensieri tratti dagli scritti di Madre Giovannina Franchi

"Le sorelle non lascino di esercitarsi nell'officio al quale vengono indistintamente chiamate, fosse pure quello di spazzare le stanze, lavare le scodelle e pulire le malate, mostrando in quello una sana allegrezza e consolazione, contentissime di compiere un'azione molto nobile e preziosa agli occhi di Dio.".

"Le Sorelle infermiere renderanno alle malate, a cui vanno fuori della casa, tutti i servigi e le medicazioni che possono eseguire senza il concorso del medico e del chirurgo. Faranno preparare il vitto e la biancheria e le altre cose volute dalle circostanze, guardandosi però dal secondare i poco giudiziosi desideri delle inferme e temperando il rifiuto con carità e prudenza ... nelle case delle ammalate staranno con affettuoso zelo e carità, ma soltanto nelle ore prescritte e non mai di notte".

lunedì 13 ottobre 2014

L'Opera Caritativa di Madre Giovannina Franchi

Le sorelle: “Eserciteranno la carità verso il prossimo, specialmente nell’assistenza corporale spirituale degli infermi preferendo i poveri, nelle loro case private, massime se moribondi, col disporli ad una buona morte, essendo questa, al dire di S, Alfonso Liguori, l’opera di carità più cara a Dio e più utile per la salute delle anime.”


“La carità del prossimo sia nelle Sorelle un amore universale che tutti abbraccia nel Signore e non esclude nessuno!”

“La casa delle Sorelle Infermiere sia una copia della casa di Marta e Maria sorelle di Lazzaro, la quale meritò di essere l’ospizio favorito del nostro divin Salvatore.”



“Si ricevano e si trattino con cordialità e gravità insieme le persone che vengono nella casa per qual si voglia motivo, e si procuri che vadano soddisfatte in ciò che domandano, quando si può, sempre poi edificate.”

"Almeno potessimo, colla Divina Grazia, corrispondere ad un favore si grande, quale è quello di avere nella nostra casa Gesù Cristo in Sacramento, con tutto fare e patire per Dio; e per amor suo assistere i poveri infermi,  ma con gran cuore."

La Beata  Giovannina, è tutta qui, in queste poche righe o note che hanno dato musicalità caritativa alla sua esistenza.

Nata in una famiglia benestante nel 1807 ricevette una istruzione adeguata al suo ceto sociale presso il monastero delle Suore della Visitazione in Como; ebbe una fanciullezza e una giovinezza serena nel contesto di una famiglia numerosa senza preoccupazioni
particolari, con un tenore di vita sobrio improntato ad una pratica cristiana sincera e fedele, alla carità, all’impegno sociale e civile.

La nostra Beata ha saputo accogliere nel suo cuore e far fruttificare si può dire da sempre, sia le serene gioie che i grandi dolori, costruendo, con la grazia di Dio, un patrimonio di umanità che ella ha generosamente  messo a disposizione dei fratelli più poveri e disagiati del suo tempo.

La vita è per tutti una grande maestra e sta a ciascuno di noi valorizzare il bene e il bello e tralasciare il brutto e il male. Giovannina ha dedicato ogni attimo della sua esistenza al bene perché credeva e viveva la vocazione cristiana ricevuta nel Battesimo che la faceva figlia di Dio.

Nel 1853 concretizza il suo immenso desiderio di donazione amorosa al Signore mettendo se stessa e le sue sostanze a servizio dei più poveri, nel corpo e nello spirito. che incontrava nel quartiere della Cortesella in Como.

Poveri e miseri che non si differenziano  molto dai poveri di tutti i tempi. Le periferie umane hanno sempre in comune una miseria che in 

tutte le latitudini ha lo stesso colore nero e le stesse conseguenze: ignoranza, delinquenza, lotta per la sopravvivenza squallore fisico e morale. 

Ciò che faceva sanguinare il cuore di Madre Giovannina era l’abbandono quasi totale in cui versavano le persone. Oggi in Italia abbiamo l’assistenza sanitaria, le diverse organizzazioni di  volontariato, ma nella maggior parte del mondo tutto questo è ancora escluso anche solo dalla speranza di milioni di persone. 

Questo tormento amoroso di Madre Giovannina interpella oggi fortemente le sue Figlie e le esorta a spalancare gli occhi su queste inesplorate periferie che danno slancio a mani , a piedi, a intelligenze cordiali, per permettere a tanti fratelli di scoprire la grande misericordia del Dio Vivente che in Gesù ha riscattato l’umanità tutta dando il suo nuovo comandamento: Amatevi come io vi ho amati!

E così, lei, la colta e raffinata Giovannina della famiglia Franchi, accogliendo tre donne come compagne, inizia un’avventura che, se anche ora dovesse terminare dovrà sempre essere riconosciuta come una grande, stupenda, eroica impresa per cui è valsa la pena di morire contagiata dal vaiolo nero, e di vivere gli ultimi giorni della sua esistenza isolata come lo erano tutti coloro che andava a curare.

Era il 23 febbraio 1872 quando Madre Giovannina chiuse la sua vita terrena per incontrare il suo Signore, dopo che  aveva cercato con tutte le sue forze, di assomigliare in qualche cosa a questo suo esigente Sposo divino che per lei per i suoi fratelli e sorelle, aveva dato tutto morendo sulla croce e lasciandosi mangiare dai suoi amici donandosi nella divina Eucaristia.

Di lei, di questa grande Madre non resta nessun ricordo tangibile, neanche la certezza della tomba, ma la sua eredità è in perenne memoria.  

Una lunga schiera di sue Figlie hanno portato avanti il dono a lei dato dallo Spirito e, nella Chiesa si impegnano con gran cuore nella cura dei fratelli infermi.

mercoledì 3 settembre 2014

Il miracolo


Il 6 settembre 1981 nacque nell’Ospedale Valduce di Como la piccola Pasqualina Principe. Alla nascita mostrava segni incompatibili con la vita in assenza di mobilità e di attività respiratoria. La diagnosi fu di asfissia neonatale grave Fu subito assistita con  massaggio cardiaco esterno, puntura intracardiaca con adrenalina e fu intubata per via oro-tracheale. Mancando segni di ripresa, trascorse ormai tre ore dalla nascita, il primario ostetrico la ritenne morta cerebralmente e pertanto preparò l’attestato di morte ma senza registrarne l’orario. Fu a quel punto che la Suora del reparto, che già aveva cominciato ad invocare la Madre Giovannina, ricorse con più fede alla preghiera. Invece di trasferire la piccola in cella mortuaria la portò nel reparto pediatria e pose nell’incubatrice l’immagine della Fondatrice Madre Giovannina Franchi. Si associarono alla preghiera anche altre suore presenti in reparto insieme ad una infermiera. Alle ore 19,30, ad oltre cinque ore dalla nascita, la bambina mostrò chiari segni di vita:. aumento della frequenza cardiaca, comparsa di qualche atto  respiratorio e miglioramento della cianosi. La mamma e le Suore tutte pregavano la Fondatrice perché fossero risparmiati alla bimba gli esiti neurologici di quella sofferenza. La neonata fu dimessa il 27 settembre 1981 in buona salute che ha sempre conservato insieme ad uno sviluppo psico-fisico normale.

martedì 19 agosto 2014

Giovannina Franchi nel Metodo di Vita

Il profumo di una vita spesa nell’amore di Dio e del prossimo, la radicale appartenenza ad un Ideale, dove l’agire ha una sola ragione: tutto nell’amore e per l’amore, è conservato, inalterato negli anni,
in un volumetto prezioso, scritto più con la vita esemplare che con le parole, da una Donna feconda nel bene, feconda nell’amare senza riserve Dio e Dio nei fratelli.

Il Metodo di Vita

È il vero fondamento di un seme prezioso che ha generato in 161 anni una teoria di donne che hanno visto in Cristo l’unica ragione della loro esistenza e nei fratelli poveri e infermi la possibilità di  curare questo Cristo da loro amato.

Giovannina Franchi stendendo le note del  Metodo di Vita  ha aperto la sua anima all’Infinito e ad ogni finito che avvicinava. La sua fisionomia si erge da queste righe maestosa,  avvolta di bellezza intima e spirituale. La sua vita si inserisce nella lunga schiera di donne che hanno saputo utilizzare il proprio vissuto di amore, di dolore, di sofferenza e di gioia a favore dei poveri, dei reietti, dei malati passando tra di loro come angelo consolatore e madre per ogni povero.

Cariche di questa eredità le sue Figlie spirituali,  nell’anno in cui  la Chiesa l ‘addita alla cristianità come  testimone di vita esemplare, si impegnano a rivivere le sue parole, guidate dallo Spirito, per dare continuità spirituale e caritativa al suo insegnamento.

Le  Sorelle, dette Infermiere perché applicate all'assistenza degli infermi, separatesi dal mondo, si sono consacrate a Gesù Cristo Crocifisso, e alla sua Santissima Madre Addolorata, di cui i Cristiani sono immagine più viva nei giorni di malattia. Perciò si propongono di attendere con grande diligenza e perfezione al servizio di Dio e alla santificazione  dell' anima propria nell'adempimento  del sovrano precetto dell'amor di Dio e del prossimo.

sabato 16 agosto 2014

Esperienza vocazionale

Curare i malati è un'opera di misericordia molto apprezzata dal Signore, il quale nel Giorno del Giudizio ci giudicherà sulla carità. Tra gli istituti religiosi che si occupano di prestare assistenza ai malati, apprezzo molto l'opera delle Suore Infermiere dell'Addolorata, fondate da Madre Giovannina Franchi nel 1853. Il loro carisma è curare gli infermi con gran cuore, soprattutto i moribondi, essendo questa un'opera molto meritoria, visto che nell'ora estrema della vita si decide la salvezza eterna dell'anima. Queste suore sono molto caritatevoli e accoglienti, si impegnano a servire tutti come se servissero Cristo sofferente; ecco perché nelle loro strutture sanitarie si respira un'atmosfera familiare. Per loro i malati sono dei fratelli da amare e servire; magari fosse questa l'atmosfera di tutti gli ospedali del mondo!

Si può entrare in questa Congregazione a qualsiasi età, infatti la loro Fondatrice accolse anche donne con più di 50 anni. La buona volontà e il desiderio di santificarsi nel servizio ai malati è un ottimo indice per essere accolte tra le Suore Infermiere dell'Addolorata, le quali sono disponibili ad ospitare ragazze per un'esperienza vocazionale nel ramo assistenziale infermieristico. Si tratta di una vita semplice e serena, anche se nel mezzo di un lavoro assiduo e impegnativo svolto con gioia per il regno di Dio. Madre Giovannina studiò presso le Monache Visitandine dalle quali imparò ad amare gli scritti spirituali di San Francesco di Sales; ecco perché questa Congregazione ha una spiritualità dal sapore “salesiano”. La preghiera le vede sempre unite e la vita comune è il momento di sollievo, nonostante le fatiche che vi possono incontrare durante il giorno. Grande è inoltre la loro devozione per l'adorazione Eucaristica.

Le donne che si sentono attrarre dal Signore a servire gli ammalati per amore di Gesù Cristo, e desiderano fare un'esperienza vocazionale tra le Suore Infermiere dell'Addolorata, possono scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: noviziato @ valduce.it (scrivere l'indirizzo tutto attaccato, senza spazi).