"Si preferirà all'astinenza volontaria il mangiare senza lagnarsi e allegramente ciò che verrà posto davanti, secondo l'insegnamento dello stesso Nostro Signore Gesù Cristo ... non mangiare fuori tempo sarà per le Sorelle una carissima mortificazione ... al segno del riposo ciascuna si ritiri subito nella propria stanza e tronchi ogni colloquio con chicchessia."
"tutto lo spirito a spogliarsi di ogni affetto di carne verso i congiunti di sangue e convertirlo in affetto spirituale, amandoli solo di quell'amore che esige una carità ordinata, già morta al mondo e all'amor proprio e viva solo a Cristo loro Signore, cui esse vogliono tenere in luogo di parenti, di fratelli e di tutte le cose."
[Le aspiranti devono essere] "coraggiose ed umili nel tempo stesso, pazienti e cortesi nelle maniere, amanti del silenzio e della fatica, ben disposte all'assistenza degli infermi ed a qualunque opera di carità senza eccezione di alcun ufficio come ché faticoso e ributtante."
"Procuri [la suora ammalata] di non dare minore edificazione che se fosse sana a quelli che la visitano e trattano con lei, dando prova di sincera umiltà e pazienza e usando parole pie ed edificanti, le quali dimostrino che ella accetta la malattia dalle mani del suo Creatore e Signore siccome un regalo, giacchè è veramente, non minore di quello della sanità".